La costruzione del Teatro Sanzio iniziò nel 1845 e si protrasse fino al 1853 quando il teatro fu inaugurato. Il progetto venne realizzato sull’area sovrastante il torrione quattrocentesco che domina l’area del Mercatale e racchiude la famosa Rampa di Francesco di Giorgio Martini. Alla costruzione del teatro si affiancò una vera e propria operazione urbanistica, realizzata dall’architetto senigalliese Vincenzo Ghinelli, un autentico esperto di costruzioni teatrali. E’ noto che il Ghinelli presentò il proprio progetto in concorrenza con un altro, predisposto dall’architetto veneziano Giambattista Meduna, allora in grande fama per aver progettato e diretto la ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia dopo l’incendio che nel 1836 aveva distrutto la precedente sala di Giannantonio Selva. Ciò che determinò la vittoria del Ghinelli non
dipese comunque dal solo disegno dell’edificio teatrale, ma dal progetto di rinnovamento generale della zona circostante, vero e proprio piano urbanistico, comprendente anche il piazzale semicircolare antistante la facciata del teatro, il lungo portico di corso Garibaldi fino al nuovo Palazzo Albani di Pietro Ghinelli e la risistemazione a giardino
pubblico della ripida scarpata del Pincio. Per l’inaugurazione venne rappresentato “Il trovatore” di G. Verdi con la partecipazione di artisti famosi. Descrizione Il prospetto esterno è tutto in laterizio ed è diviso in due ordini da una fascia architravata sorretta da semicolonne doriche anch’esse di mattone, creazione tipica di quel tardo neoclassicismo di cui il Ghinelli fu fedele seguace e di cui ha lasciato l’esempio più imponente e articolato nel teatro di Cesena, inaugurato nel 1846. All’ingresso del teatro è esposto il busto marmoreo di Raffaello opera di Carlo Fiselli ed una statua del Bramante realizzata dall’urbinate Gianbattista Pericoli. Quanto alla sala, più che per la tradizionale disposizione a ferro di cavallo dei tre ordini di palchi (56 in totale) e del sovrastante loggione a galleria, la stessa é da ricordare per la superstite decorazione pittorica della volta, opera di Raffaele Antonioli da Gubbio e del sipario-comodino, opera giovanile dell’urbinate Francesco Serafini, che raffigura una veduta prospettica della piazza antistante il Palazzo Ducale con la Cattedrale, l’obelisco egiziano e un immaginario monumento al sommo Raffaello Sanzio. Perdute sono invece le decorazioni delle balaustre a fascia dei palchi di cui facevano parte diciannove tondi con le effigi di personaggi illustri, primo fra tutti Raffaello Sanzio a cui il teatro è dedicato. Tali decorazioni sono state cancellate e in parte rimosse nel corso dell’ultima ristrutturazione, portata a termine nel 1982 dall’architetto Giancarlo De Carlo: ristrutturazione che ha portato anche ad una radicale modifica dell’atrio, del sovrastante ridotto e degli spazi adiacenti.
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